Scoperto un nuovo pianeta canaglia: campo magnetico impressionante

Scoperto un nuovo pianeta canaglia nella Via Lattea: ha un campo magnetico 4 milioni di volte quello della Terra e l'avevano scambiato per una stella.

Le osservazioni astronomiche dipendono sempre di più dalla potenza delle strumentazioni ottiche a disposizione dei ricercatori: è così che spesso alcune scoperte si trovano a cambiare di segno semplicemente sulla scorta di osservazioni più precise. È quel che è accaduto per SIMP J01365663+0933473, osservato nel 2018 e definito “la nana bruna più fredda in assoluto": se fino ad allora si credeva fosse una stella, è diventato poi chiaro che si trattasse invece di un pianeta canaglia con caratteristiche eccezionali.

I pianeti canaglia sono corpi celesti che si muovono nello spazio senza avere una stella di riferimento: sono quei pianeti che per qualche motivo vengono espulsi dal loro sistema e si trovano a vagare per le galassie altrui, cosa che gli vale il nome di pianeti "nomadi".

Secondo le ultime simulazioni esistono 50 miliardi di pianeti canaglia soltanto nella Via Lattea; una recente ricerca dell’Università di Lund sembra inoltre fare luce sull’ipotesi che lo stesso Giove sia giunto nel Sistema Solare, circa 700.000 anni fa, da "vagabondo" prima di trovare il suo posto nel Sistema.

Come si scopre un pianeta nomade

I pianeti canaglia vengono generalmente scoperti per caso, quasi sempre nel corso di indagini svolte da astronomi ottici in materia di stelle nane brune, che coi pianeti condividono dimensione e una certa attività magnetica.

Proprio durante uno studio sul campo magnetico di cinque nane brune, gli astronomi si sono imbattuti in un corpo celeste con una massa pari a 12 volte quella di Giove, aprendo al sospetto che si trattasse di un pianeta gigante espulso dal suo sistema. 

Convenzionalmente, infatti, il limite che distingue una nana bruna da un pianeta è legato proprio alle dimensioni, e corrisponde con la misura di 13 masse gioviane. Il gigante pianeta canaglia nascosto tra le nane non sembrerebbe dunque una stella.

Le nane brune hanno infatti una massa superiore a quella di un pianeta, indicativamente in linea con il diametro associato ai cosiddetti pianeti giganti. Si stavano quindi osservando cinque nane brune quando uno dei cinque corpi celesti ha attirato l’attenzione degli astronomi, suggerendo una natura di tutt’altro genere: SIMP J01365663+0933473, questo il nome del pianeta canaglia, che ha fin da subito svelato delle caratteristiche eccezionali.

Un campo magnetico impressionante 

Secondo la ricerca pubblicata ormai nel 2018 su The Astrophysical Journal il pianeta nomade, che vaga soltanto a 20 anni luce dal Sole, presenta un campo magnetico impressionante: circa 4 milioni di volte più forte di quello della Terra

L’esopianeta, che i ricercatori definiscono apertamente "bizzarro", ha una temperatura superficiale di circa 800°C, piuttosto bassa per una nana bruna ma più alta di quella di Venere, il nostro pianeta più caldo. 

A differenziare SIMP da una stella anche la curiosa formazione, sulla sua superficie, di spettacolari aurore che ricordano quelle di Giove più che quelle terrestri: gli studi più recenti legati all’enorme rogue planet usano i dati forniti dal gigante proprio per lo studio della formazione delle aurore sugli altri pianeti. Ad oggi, soltanto Giove nel Sistema Solare ha un magnetismo superiore a quello del nuovo pianeta canaglia.

"Questo oggetto, al confine tra pianeta e nana bruna, ci sta dando delle sorprese che possono aiutarci a comprendere i processi magnetici che investono stelle e pianeti", afferma Melodie Kao dell’Arizona State University.

Il corpo celeste SIMPJ01365663+0933473 è noto sin dal 2016, ma inizialmente si pensava appunto che si trattasse di una nana bruna, decisamente troppo grande per essere un pianeta. Soltanto lo scorso anno è stata accettata l’ipotesi che SIMP potesse essere un pianeta, seppur davvero enorme.

Più recente, dello scorso 6 Luglio, è la notizia che dagli stessi dati del 2016 è possibile individuare altri quattro eventi coerenti con l’esistenza di altrettanti pianeti nomadi, grandi però al massimo quanto la Terra. The rogue planet mistaken for the coldest star in the galaxy remains, to date, an exceptional discovery that can help scientists in the investigation of magnetism and the search for new exoplanets.

Alessandra Caraffa