Sotto la superficie del Pianeta rosso potrebbe esserci un composto di argille, minerali contenenti metalli o ghiaccio salino e non di ghiaccio d'acqua, come avevano precedentemente ipotizzato gli scienziati.
Forse non c’è acqua su Marte. L’ipotesi che era stata formulata già nel 1971 e poi confermata nel corso degli anni, potrebbe essere completamente ribaltata. Se con la sonda Mariner 9, negli anni ’70, gli scienziati avevano ipotizzato potesse esserci ghiaccio sotto la calotta polare meridionale del Pianeta Rosso, ipotesi ulteriormente confermata nel 2004 dall’orbita Mars Express dell’Esa, ora nuove analisi dei dati di Marsis sembrano proporre una spiegazione alternativa. Non si tratterebbe di giaccio d’acqua ma del risultato di argille, minerali contenenti metallo o ghiaccio salino.
Il nuovo studio che ribalta la teoria dell’acqua su Marte
Nel 2004 l’orbita Marsis Express, con il suo Mars Advanced Radar for Subsurface and lonosphere sounding, aveva rilevato quello che sembrava essere del ghiaccio d’acqua a una profondità di 3,7 km sotto la superficie di Marte. I risultati erano stati salutati favorevolmente come possibili indicatori di fonti di H2O liquida dove la vita sarebbe potuta sopravvivere. Un team di ricercatori dell’Arizona State University, riesaminando i dati di Marsis, ha però indicato un’altra soluzione. I riflessi radar potrebbero essere appunto il risultato di argille, minerali contenenti metalli o ghiaccio salino.
Lo studio è stato pubblicato nelle Geophysical Research Letters ed è stato condotto da Carver J. Bierson, ricercatore post-dottorato presso la School of Earth and Space Exploration (SESE) dell’ASU, in collaborazione con il professor Slawek Tulaczyk di Scienze della Terra e dei pianeti dell’UC Santa Cruz, il ricercatore associato dell’ASU Samuel Courville e Nathaniel Putzig, uno scienziato senior del Planetary Science Institute. Lo strumento Marsis dirige un raggio radar che penetra sotto la superficie del terreno misurando l’eco riflesso. Questa tecnica ha permesso al Mars Express di creare una mappa del sottosuolo di Marte fino a una profondità di 5 km.
Nel 2018, un’analisi dei riflessi radar da parte di un team di ricercatori italiani si è concentrata principalmente sulla permittività elettrica, che controlla la velocità delle onde radio all’interno di un materiale. Più denso è il materiale in questione (acqua, ghiaccio, roccia, ecc.), più lentamente viaggeranno le onde. A causa della sua luminosità, questo riflesso radar luminoso è stato interpretato come una grande macchia di acqua liquida e salmastra. Tuttavia, la riflessione radar potrebbe essere sembrata più brillante a causa di un ampio contrasto nella permittività dielettrica o nella conduttività elettrica.
La nuova ricerca si è invece concentrata sulla conduttività elettrica, dove i contrasti nella conduttività tra i materiali potrebbero anche spiegare il riflesso luminoso del radar. “Il nostro team voleva fare un passo indietro, chiedendosi se c’erano altri materiali oltre all’acqua liquida che potevano causare questi riflessi luminosi", ha detto Bierson. “Il ghiaccio salato o i minerali conduttivi alla base della calotta glaciale sono meno appariscenti, ma sono più in linea con le temperature estremamente fredde ai poli di Marte". Anche se i nuovi risultati potrebbero scoraggiare l’ipotesi della vita su Marte, in realtà aprono semplicemente a nuove, e forse più corrette, possibilità di esplorare il Pianeta Rosso.
Intanto il rover Curiosity ha fotografato delle particolari nuvole iridescenti e luminose su Marte che potrebbero essere fatte di anidride carbonica congelata o ghiaccio secco, mentre alcuni astronauti si stanno preparando a passare del tempo sul Pianeta Rosso sperimentando, in tubi di lava alla Hawaii, come potrebbe essere la vita sul quarto corpo celeste del sistema solare.
Stefania Bernardini