Secondo la scienza, temperature troppo calde modificano il comportamento umano: aumenta la violenza, cala la produttività.
Il corpo umano non è fatto per sopportare un clima troppo caldo: nonostante il meccanismo della sudorazione riesca ad evitare il surriscaldamento del corpo, infatti, esistono sempre più evidenze che troppo caldo fa male – al corpo e non solo.
Le recenti ondate di caldo eccezionale rilevate in Paesi come Canada e Russia, piuttosto lontani dall’abitudine di vivere a oltre 40°C, hanno inevitabilmente acceso l’interesse della comunità scientifica.
Troppo caldo, secondo due recentissimi studi arrivati a meno di un mese di distanza uno dall’altro, può avere effetti potenzialmente drammatici sul comportamento umano.
Il caldo aumenta violenza ed aggressività
Il primo studio da prendere in considerazione è quello, pubblicato a Luglio dal National Bureau of Economic Research, è quello presentato da Anita Mukherjee e Nicholas J. Sanders.
Lo studio indaga gli effetti del clima caldo nel particolare contesto delle prigioni, in cui spesso non è possibile ricorrere alla climatizzazione degli ambienti.
Nelle carceri dello stato del Mississippi i dati sono chiari: nei giorni in cui le temperature sono più alte le interazioni violente crescono del 20%, mentre la probabilità di atti violenti aumenta del 18%.
Tale risultato non stupisce, ed è soltanto l’ultimo di una serie di studi che – ormai da decenni – individuano nell’aumento delle temperature un fattore scatenante di violenza ed irritabilità nelle persone.
Lo psicologo sociale Craig Anderson, nell’ormai lontano 2000, individuò il fenomeno in maniera sperimentale: mostrò a due gruppi di persone, uno posto a 36°C ed uno a 14°C, diversi video di interazioni di coppia. Il risultato fu chiaro: le persone collocate a 36°C tendevano a rilevare le interazioni come ostili, anche quando non lo erano. Secondo Anderson, "il caldo rende le persone più irritabili".
Un altro recentissimo studio, apparso sul Journal of Public Economics, analizza il tasso di crimini nella città di Los Angeles dal 2010 al 2017, e mostra apertamente che il numero di crimini aumenta quando le temperature superano i 21°C.
Da Maggio a Settembre, per tutti gli anni presi in esame, i crimini violenti a Los Angeles sono stati più alti del 5,5% nei giorni in cui le temperature superavano i 24°C. Nei giorni ancora più caldi, il tasso di crimini violenti è in grado di salire addirittura del 10%.
L’impatto della temperatura sulla produttività
L’India è un Paese in cui non è difficile, in alcune regioni, superare i 50°C anche per svariati giorni: uno studio di Meenu Tewari e colleghi fa luce sull’impatto di tale calore sulla produttività del Paese.
Partendo dal dato di fatto che agli anni più caldi siano associati i momenti peggiori del mercato, specie nei Paesi emergenti o poveri, la ricerca punta a spiegare come mai il caldo abbia un tale impatto sulla produttività dei diversi settori economici.
Tra le principali cause dei pessimi record economici degli anni particolarmente caldi, infatti, ci sarebbe proprio l’effetto della temperatura sul comportamento e sulle performance lavorative delle persone.
Usando direttamente i dati provenienti dalle aziende indiane, in cui l’uso di aria condizionata è assai raro, lo studio di Tewari evidenzia come nei giorni più caldi aumentano assenteismo e produttività.
In un’analisi che ha seguito i lavoratori indiani per ben nove anni, Tewari ed il suo team hanno dimostrato che quando la temperatura supera i 35°C la produzione giornaliera scende in media del 2%, ma arriva ad un calo dell’8% nel settore tessile.
I calcoli dei ricercatori suggeriscono che ad un aumento medio della temperatura di un grado corrisponde un calo della produttività di circa il 2,1%.
Il riscaldamento globale, con le ondate di calore oltre ogni record che si stanno abbattendo sul pianeta, è dunque un fenomeno che può influenzare la vita delle persone molto più di quel che crederemmo.
E mentre qualcuno pone il problema dell’aria condizionata per tutti, cosa francamente insostenibile in termini economici ed ambientali, la dottoressa Tewari suggerisce il ricorso a meccanismi di pianificazione urbana intelligente.
Piantare alberi nelle città ed usare i giusti materiali per le costruzioni sono soltanto alcune delle possibili soluzioni per evitare un ulteriore riscaldamento del clima nelle nostre città, che diversamente è destinato a condannare senza appello i Paesi più poveri – in cui l’aria condizionata non è accessibile.
Alessandra Caraffa