È grande come una giostra e ha 400 anni: il Muga Dhambi è il più grande corallo della Barriera Corallina, e può aiutarci a studiarne la storia.
Il popolo indigeno Manbarra, che custodisce le Palm Island nel Queensland, sulle coste orientali dell’Australia, lo chiama Muga Dhambi, "il grande corallo".
È il più grande corallo conosciuto della Barriera Corallina, ma soltanto molto di recente è stato oggetto di indagini più approfondite e anche di una attenta misurazione, che ha rivelato per la prima volta le effettive dimensioni del Muga Dhambi.
Grande come una giostra di 400 anni
Il Muga Dhambi si trova a largo dell’isola di Goolboodi, nell’Australia nord-orientale: si tratta di un corallo con un diametro di ben 10.4 metri che fa parte della Grande Barriera Corallina australiana.
L’allarme per le condizioni di salute della barriera corallina arrivò nel 2017, quando uno studio del Professor David Wachenfeld rivelò che il riscaldamento delle acque del mare aveva condotto alla morte di due terzi dei coralli che la costituiscono.
In quella sede, Wachenfeld affermò che "la Barriera australiana è praticamente morta", aggiungendo che "se non si interverrà per limitare il riscaldamento globale la sua fine arriverà molto presto".
L’analisi del grande corallo Muga Dhambi, però, sembra dare nuove speranze per la sopravvivenza della grande barriera corallina australiana, la più grande estensione di corallo nel mondo.
Il Muga Dhambi è alto più di cinque metri, il sesto corallo più alto in tutta la grande barriera: "è un corallo a sé stante, e non se ne vedono molti di quelle dimensioni", afferma Nathan Cook di Reef Ecologic, che ha contribuito alla ricerca.
Cook e colleghi sono riusciti a stabilire l’età del corallo basandosi sull’altezza e sul tasso di crescita del grande corallo, che avrebbe tra i 421 e i 438 anni d’età. Il grande corallo sarebbe dunque precedente addirittura alla colonizzazione europea dell’Australia.
Una nuova speranza per la barriera corallina
Il Muga Dhambi è insolitamente raro e resiliente: "è sopravvissuto allo sbiancamento del corallo, alle specie invasive, ai cicloni, a basse maree estreme e all’attività umana per quasi 500 anni", si legge nella ricerca.
Nel corso dell’analisi del grande corallo è stato possibile individuare gli effetti di eventi storici di grande portata che possono aiutarci a contestualizzare l’attuale fenomeno del riscaldamento globale su una larga scala.
Muga Dhambi porta i segni di "99 potenziali eventi di sbiancamento della barriera corallina negli ultimi 400 anni". Sono state inoltre individuate altre zone di stress in concomitanza del 1877, ed è stato rilevato che tali segni sono molto più frequenti a partire dalla fine del ventesimo secolo, in accordo con l’allarme lanciato nel 2017.
Lo studio si pone come il primo passo per una rinnovata attenzione al tesoro della grande barriera corallina. Come scrivono gli studiosi di Reef Ecologic, la ricerca su Muga Dhambi offre importanti informazioni su un corallo che può e deve essere "studiato, apprezzato e tutelato" e che "può ispirare le nuove generazioni" a sviluppare un rinnovato rapporto con i coralli e con l’ecosistema della grande barriera corallina.
"Sapere che questi oggetti esistono, e che hanno resistito per così tanto tempo", conclude Cook, “ci dà un nuovo senso di speranza per il futuro".
Alessandra Caraffa