Un nuovo studio rivela che condividiamo con altre specie oltre il 90% del patrimonio genetico. L'intera popolazione mondiale ha in comune soltanto l'1,5% del DNA.
Un nuovo studio dell’Università della California, pubblicato solo qualche giorno fa su Science Advances, fa luce sul concetto genetico di "essere umano". I ricercatori coinvolti nello studio hanno infatti scoperto che soltanto il 7% del nostro genoma appartiene esclusivamente agli esseri umani. Ciò significa che condividiamo oltre il 90% di esso con altre specie animali, e anche con gli uomini di Neanderthal.
Neanderthal e Homo Sapiens: un’evoluzione ancora da studiare
La ricerca mette a confronto il DNA estratto da fossili di uomini di Neanderthal, risalenti a circa 40.000 anni fa, e quello di 279 persone attualmente viventi sparse per il mondo. Che l’uomo contemporaneo condivida parte del genoma con l’estinto Neanderthal è cosa nota già da tempo, ma ognuno di noi condivide con l’ancestrale antenato diverse parti di genoma, rendendo piuttosto ardua una sistematizzazione in tal senso.
Lo scopo della nuova ricerca era, appunto, quello di identificare i geni che sono prerogativa esclusiva degli umani moderni: si tratta di un problema statistico di enorme complessità, che deve "tener conto dei dati mancanti riguardo ai genomi più antichi", afferma John Hawks, paleoantropologo coinvolto nello studio.
La ricerca rivela che solo il 7% del genoma osservabile nell’uomo moderno è sostanzialmente diverso da quello di altri animali, tra cui l’uomo di Neanderthal: "Si tratta di una percentuale piuttosto bassa", ammette Nathan Schaefer, autore della ricerca. E aggiunge: "Questo genere di scoperte sta portando gli scienziati ad allontanarsi dall’idea che noi umani siamo così lontani dai Neanderthal".
Sembrerebbe dunque che la nostra specie sia piuttosto giovane, e che ancora poche migliaia di anni fa condividesse genoma e tratti genetici con altre discendenze umane.
Il "nucleo" genetico dell’umanità?
Nel corso dello stesso studio, i ricercatori hanno scoperto che soltanto l’1,5% del nostro genoma è, contemporaneamente, esclusivo dell’Homo Sapiens e condiviso da tutti gli uomini oggi viventi. Di tutto il nostro patrimonio genetico, dunque, solo l’1,5% contiene le informazioni che ci rendono sostanzialmente umani, e che non condividiamo con altre specie.
Questa piccolissima porzione di DNA – spiega Richard Green, biologo co-autore della ricerca – potrebbe trattenere gli indizi più importanti su cosa distingue geneticamente gli uomini dal resto delle creature, passate e presenti.
Di questo "nucleo" genomico che ci distinguerebbe dal resto delle specie, si sa soltanto che "si tratta di zone del genoma ricche di geni che hanno a che vedere con lo sviluppo neurale e le funzioni cerebrali".