The president of Clusit considers little current efforts on computer security in our country, indicates three tips and thinks about special courses in schools
Italy began this 2017 rediscovering and fearing the hacker phenomenon. Not so much the one related to attacks on computers of individuals or companies, which unfortunately concerns our users since ever, but regarding the violation of the platforms of public administration and institutions.
Many are wondering why these continuous attacks, which according to several sources are attributable to Russian cyber criminal groups. In reality, the question to be asked is: how come Italy has recently been such a prominent target, both in the field of private individuals and companies and also in institutional portals? La risposta la dà Gabriele Faggioli, presidente del Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica, nonché responsabile scientifico dell’Osservatorio Information Security & Privacy del Politecnico di Milano. Ed è una risposta semplice: “Lo sforzo sulla sicurezza informatica nel nostro Paese non è sufficiente”.
Corsi di sicurezza informatica fin dalla scuola primaria
Faggioli approfondisce il tema e spiega che in Italia in realtà nell’ultimo periodo la sicurezza informatica è uno dei temi più caldi, e sta interessando sia i cittadini che le istituzioni. E non sono mancati gli sforzi economici per trovare dei rimedi. Il problema è che le soluzioni pensate dal nostro Paese sono troppo in ritardo rispetto al mondo tecnologico e alle soluzioni ideate dagli hacker. Faggioli ribadisce che sarebbe fondamentale una formazione dal basso magari con appositi corsi di sicurezza informatica già nelle scuole primarie.
Le tre regole da seguire per difendersi dagli hacker
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Faggioli descrive anche tre regole, che a suo avviso sono basilari per la sopravvivenza in Rete e che chiunque dovrebbe rispettare. La prima è quella di porsi sempre delle domande su quello che si sta facendo. Bisogna sempre pensare che su Internet ogni disattenzione può esporci a un rischio. La seconda è quella di fare attenzione a tutto ciò che online viene presentato come gratuito e imperdibile, perché tale non è. In ultima analisi bisogna stare attenti ai messaggi che ci arrivano sui social network e sulle piattaforme di messaggistica istantanea. Sia che questi provengano da soggetti sconosciuti che da soggetti noti.