Il turismo spaziale risale a ormai vent'anni fa, quando l'imprenditore statunitense Dennis Tito viaggiò verso la ISS a bordo della Soyuz.
Le ultime due settimane sono passate tra grandi proclami e titoli che inneggiavano alla nascita del turismo spaziale. Ma siamo davvero di fronte alla nascita di qualcosa di nuovo? Iniziamo subito col dire che sì, Branson e Bezos, pur nelle differenze, hanno effettivamente inaugurato un nuovo modello di viaggio turistico nello spazio: quello del salto suborbitale di pochi minuti. Efficiente, vendibile, per tutti. Tuttavia, dalla Russia c’è chi ha preceduto i due magnati: si tratta di Dennis Tito, l’imprenditore statunitense che inaugurò – ormai vent’anni fa – il turismo spaziale.
Dennis Tito: il primo vero turista spaziale
Il 28 aprile del 2001, l’imprenditore e astronauta Dennis Tito, classe 1940, passò quasi 8 giorni in orbita, attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale. Tito, che lavorava nel campo della finanza nonostante una laurea in astronautica e una in scienze dell’ingegneria, si unì alla missione russa Sojuz TM-32.
La NASA allora non prendeva nemmeno in considerazione l’idea di far volare dei civili sui propri mezzi, così Tito, forte anche delle notizie in merito ai problemi economici del programma spaziale russo, decise di proporsi alla Roscosmos.
Fu così che l’imprenditore del Queens s’imbarcò, con un equipaggio quasi completamente russo, su una Soyuz in partenza dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan.
Il viaggio spaziale di Tito durò ben 7 giorni, 22 ore e 4 minuti, e costò all’imprenditore 20 milioni di dollari – esattamente, l’asta per il viaggio di 4 minuti insieme a Jeff Bezos arrivò a ben 28 milioni.
"Quando volai nel 2001" – ha dichiarato recentemente l’imprenditore alla CNN – "non era perché volessi diventare famoso viaggiando nello spazio. Era un obiettivo che mi ero posto nel 1961". Dennis Tito ricorda, in una lunga intervista, che il suo desiderio di viaggiare nello spazio nacque proprio in occasione della leggendaria missione di Yuri Gagarin. Tito aveva vent’anni, e avrebbe di lì a poco abbandonato la carriera nell’astronautica, senza però rinunciare al suo sogno.
Dopo il viaggio di Dennis Tito, altri sette milionari viaggiarono nello spazio sulla Soyuz grazie all’agenzia Space Adventures, in grado di condurre i turisti fino alla Stazione Spaziale Internazionale per diversi tipi di soggiorno.
Space Adventures si fermò inevitabilmente nel 2009, quando il programma Shuttle venne drammaticamente interrotto, rendendo la Soyuz l’unico mezzo in grado di raggiungere la ISS.
Sembrerà strano, ma fino alle recenti missioni Crew Dragon di Space X, il veicolo russo è stato l’unico utilizzato per i viaggi da e per la Stazione Spaziale.
Il turismo spaziale è davvero tutto uguale?
A oggi l’interesse per i viaggi spaziali va crescendo, ma non tutte le proposte "turistiche" sono uguali. Abbiamo visto i viaggi suborbitali di Sir Richard Branson e di Jeff Bezos: ognuno sulla propria vettura spaziale, mezzi estremamente diversi per concezione e funzionamento, i due magnati sono stati lanciati nei pressi del confine tra la Terra e il cielo per sperimentare ben 4 minuti a gravità zero.
Se il progetto di Branson si rende estremamente interessante per la grande attenzione riservata da Virgin Galactic agli aspetti più candidamente "umani" del viaggio – dal comfort di volare su una nave spaziale molto simile a un aereo di linea fino alla possibilità di specchiarsi in volo – il progetto di Bezos parrebbe non essere riuscito a emozionare neanche gli appassionati.
Esiste poi la versione di Elon Musk: l’idea di turismo spaziale di SpaceX vedrà probabilmente la luce entro la fine del 2021, e prevede di lanciare in orbita il primo volo con equipaggio interamente civile. Il viaggio sarà finanziato dall’imprenditore trentasettenne Jared Isaacman, e prevede di completare una intera orbita terrestre nel giro di qualche giorno.
Crew Dragon ospiterà, in quell’occasione, anche la 29enne Hayley Arceneaux, una ricercatrice scampata al cancro che sarà anche la prima persona con protesi a viaggiare nello spazio.
Space X, inoltre, spera che Starship possa trasportare sulla Luna entro il 2023, secondo la volontà del miliardario giapponese Yusaku Maezawa, degli artisti in grado di descrivere all’umanità un viaggio intorno alla Luna.
Interrogato sul futuro del turismo spaziale, Dennis Tito ammette che non disdegnerebbe di arrivare su Marte a bordo di Starship ma si dice certo, ormai 80enne, che "probabilmente sceglieranno un equipaggio più giovane".
Alessandra Caraffa