Lo strato di granelli, originato dagli urti con meteoriti, contiene tutti i componenti dell’acqua
Sulla Luna c’è un tesoro prezioso nascosto nella sabbia: l’acqua. I diversi centimetri di granelli di polvere, in gran parte originata dagli scontri con meteoriti, sono composti in buona percentuale di materiale metallico, ma contengono anche idrogeno e ossigeno per creare l’H2O. A lavorare alla ricerca sono stati il Politecnico di Milano e l’industria Ohb Italia. Gli studiosi hanno cercato di capire come estrarre e riaccorpare gli elementi nella molecola. L’esperimento è stato fatto utilizzando un macchinario che sarebbe in grado di estrarre l’acqua dalla sabbia. Nel prestigioso laboratorio di Scienza e Tecnica aerospaziale del Politecnico è stata replicata la polvere e regolite lunare ed è stato approntato un sistema per estrarre H2O che consiste in due diversi passaggi.
Come funziona il macchinario per estrarre acqua dalla sabbia
Il progetto, come riporta il sito del Politecnico di Milano, si colloca nell’ambito della missione Isru, "In situ resource utilisation", finanziata da ESA, Agenzia Spaziale Europea e con l’importante contributo di ASI, Agenzia Spaziale Italiana di cui OHB Italia è Prime Contractor. Per la ricerca è stato utilizzato un impianto prototipale.
Dal Politecnico di Milano hanno spiegato che non si tratta di una vera e propria estrazione dell’acqua dalla polvere lunare, ma di un processo a due stadi ad alta temperatura. In pratica si toglie dalla polvere metallica l’idrogeno e l’ossigeno e li si ricombina in acqua con un processo termo chimico. In una fornace adatta e non troppo ingombrante viene inserita la polvere simile a quella lunare e viene portata ad alta temperatura con i gas inseriti a parte. L’atomo di ossigeno si attacca alle particelle di carbonio e viene trasportato verso il secondo stadio come anidride carbonica o ossido di carbonio. Con un secondo forno e un’ulteriore reazione chimica si produce ghiaccio di acqua.
L’ultimo passo sarà quello di sperimentare questa tecnologia sulla Luna, ma il progetto promette ottimi risultati e fa parte di un programma a lungo termine di colonizzazione della Luna con l’utilizzo delle risorse lunari. La capacità di produrre acqua direttamente sul satellite rappresenta un passaggio chiave per le prossime missioni umane, fornendo supporto alla vita di un equipaggio per periodi prolungati.
Intanto, nello spazio stanno per essere mandati anche 128 calamari, mentre l’astronauta da record Samantha Cristoforetti è stata nominata comandante della Stazione Spaziale Internazionale.