DART è la sonda della NASA che può salvare la Terra dall'impatto con gli asteroidi. Il test, in partenza a Novembre, punta a spostare l'orbita del corpo celeste con un impatto ad alta velocità.
Quella che un asteroide possa dirigersi verso la Terra, con conseguente catastrofico impatto, è una possibilità piuttosto recondita. O meglio, secondo le ultime analisi della NASA è possibile che un asteroide impatterà con la Terra, ma questo dovrebbe avvenire nel 2182.
Il protagonista è ovviamente Bennu, l’asteroide più famoso del decennio al centro delle pesanti attenzioni della Cina – che da qualche mese minaccia di bombardare l’oggetto celeste grande come l’Empire State Building.
Nonostante la possibilità di un impatto sia davvero esiziale, l’Agenzia Spaziale Americana lavora da anni alla progettazione di sistemi di difesa in grado di difendere il pianeta nel caso in cui un asteroide finisse per dirigersi verso la Terra.
Dimorphos, l’asteroide "secondario" che testerà il sistema di difesa della NASA
Il primo test NASA per dirottare gli asteroidi non sarà rivolto verso Bennu, bensì verso l’asteroide Dimorphos. Si tratta del satellite di un corpo celeste che si chiama Didymos, un asteroide del tipo near-Heart, ovvero la cui orbita è vicina a quella della Terra.
Didymos significa "gemello": i due corpi vennero infatti scoperti insieme, grazie al programma Spacewatch, nel 1996. Il "gemello" più piccolo – 160 metri di diametro contro i 780 del corpo principale – prese il nome di Dimorphos, letteralmente "doppia forma" proprio perché sarà, nei piani della NASA, il primo oggetto celeste a cambiare forma a seguito dell’intervento umano.
Lo scopo di DART, che dovrebbe raggiungere Dimorphos nel 2022, è quello di spostare la distanza orbitale dell’asteroide dell’1% rispetto all’orbita terrestre: una modifica strutturale, secondo la NASA.
Siamo piuttosto lontani dalla sempre cara immagine in cui Bruce Willis fa saltare in aria un asteroide "grande come il Texas" in rotta con la Terra. Nessun astronauta metterà piede su Dimorphos, semplicemente la NASA gli sta per lanciare contro un "impattatore" – una sonda destinata a collidere con l’oggetto.
Ben più prossima la suggestione invocata dalla serie tv Salvation, in cui uno studente del MIT ed un tizio chiaramente ispirato ad Elon Musk salvano la Terra dalla minaccia di un prossimo impatto modificando la traiettoria dell’asteroide con l’uso di una vela solare.
L’impattatore della NASA è di tutt’altro tipo, ma sarà effettivamente la compagnia spaziale di Elon Musk, Space X, a lanciare la sonda che raggiungerà Dimorphos.
DART: il primo test per dirottare gli asteroidi
Il lancio della sonda DART a bordo del Falcon 9 è previsto per il Novembre 2021: l’oggetto spaziale verrà raggiunto nell’Ottobre del 2022, quando Dimorphos si troverà a soltanto 17 milioni di chilometri di distanza dalla Terra
Al progetto DART seguirà l’invio di una seconda sonda, Hera, dell’ESA: verrà lanciata nel 2024 e raggiungerà i due asteroidi gemelli nel 2026. Dimorphos sarà l’asteroide più piccolo mai studiato da una sonda, ma lo scopo di Hera sarà chiaramente quello di verificare la riuscita del test DART.
Se il test DART darà i frutti sperati, la tecnica della sonda impattatore potrebbe essere usata in futuro come sistema di difesa planetaria da contrapporre ad eventuali oggetti celesti in rotta con la Terra.
DART, che sta per Double Asteroid Redirection Test (Test di dirottamento dell’asteroide doppio), dovrebbe colpire il corpo più piccolo del sistema Didymos ad una velocità di quasi 25mila chilometri orari.
Ad una velocità tale, la possibilità che l’impatto riduca in polvere sia l’asteroide sia la piccolissima sonda della NASA – meno di due metri di diametro totali – non è recondita. I satelliti dell’ESA che raggiungeranno il sistema di asteroidi serviranno a documentare l’impatto, e ad analizzare l’efficacia dell’esperimento DART.
Anche l’Italia prenderà parte all’importante esperimento che potrebbe realizzare il sogno quasi ancestrale di difendere la Terra dalle minacce spaziali: LICIACube è il piccolo satellite che per primo invierà i dati sull’impatto.
Grande come una scatola da scarpe, LICIACube verrà trasportato a bordo della sonda e sganciato appena prima dell’impatto, ricavando i primi dati per lo studio dell’esperimento.
Alessandra Caraffa