Bitcoin: cosa sono, come si usano, a cosa servono e quanto valgono

Sconosciuti ai più per oltre dieci anni, conosciuti da pochi e in gran parte ignorati, venerati da pochi che li hanno usati per fare grandissimi guadagni e, infine, odiati da chi ha perso tutto per loro colpa. Stiamo parlando dei Bitcoin, la criptovaluta più famosa al mondo e che è ufficialmente diventata un argomento “mainstream” nonostante sia estremamente difficile capire di che si tratti.

Qualunque cosa si pensi del Bitcoin , però, resta il fatto che sono oggi l’applicazione più diffusa di una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria se applicata ad altri settori: la blockchain. Tutto il resto, dall’andamento del valore del Bitcoin al suo fantomatico inventore, può essere oggetto di discussione. Ma la catena a blocchi no: è ormai una tecnologia matura che, grazie alla criptovaluta, ha mostrato tutto il suo potenziale e sarà per questo applicata a sempre più settori dell’economia globale. Ecco, allora, cosa sono i Bitcoin e cosa c’è dietro questa invenzione rivoluzionaria che aspira a cambiare il mondo partendo dalla finanza.

  • Cosa sono i Bitcoin
  • Cosa vuol dire Blockchain
  • Bitcoin: come funzionano
  • Cos’è il mining dei Bitcoin
  • Cos’è l’halving dei Bitcoin
  • Come si usano i Bitcoin
  • Dove trovare i Bitcoin
  • Quanto valgono i Bitcoin
  • Investire in Bitcoin è pericoloso?

Bitcoin: cosa sono

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Il nome Bitcoin è a dire il vero ingannevole: “coin” in inglese, significa moneta. Anche la definizione “criptovaluta” è sbagliata per metà: la crittografia c’è, la valuta no. Il Bitcoin, a tutti gli effetti, non è una valuta ma un sistema di pagamento su scala mondiale. Grazie alla crittografia questo sistema di pagamento è sicuro e impedisce le frodi: è infatti basato sulla cosiddetta “blockchain“, o catena di blocchi.

A inventare i Bitcoin è stato Satoshi Nakamoto, pseudonimo dietro il quale non è ancora chiaro chi si nasconda. La cosa più pobabile è che si tratti di un gruppo di esperti di crittografia. Il protocollo che gestisce il funzionamento dei Bitcoin è stato pubblicato da Nakamoto a fine 2008 e questa criptovaluta è nata ufficialmente nel 2009.

Che cosa vuol dire blockchain

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A differenza del nome Bitcoin, il termine blockchain è assolutamente appropriato: è infatti una catena di “blocchi” tutti legati tra loro. Ogni blocco è un pacchetto di dati che viene conservato su più computer contemporaneamente, che hanno tutti la stessa copia dei dati.

Ogni blocco di dati contiene l'”hash crittografica“, la data di creazione e il registro di tutti i trasferimenti di dati precedenti. Con il termine “hash” si intende un codice, una stringa di caratteri e numeri, che viene prodotta da una funzione matematica. Ad ogni transazione viene creata una nuova hash, partendo da quella precedente che viene registrata insieme a quella nuova nello stesso blocco di dati.

I dati della blockchain sono distribuiti su migliaia di computer, detti nodi. In tal modo non c’è un solo computer centrale che tiene traccia dei dati, di come sono cambiati e dei singoli spostamenti, ma ce ne sono migliaia. Anche se qualcuno manomette i dati su uno o più nodi della blockchain ci sono ancora tutti gli altri nodi che possono “testimoniare” che tali dati sono stati manipolati confrontando le hash.

E’ chiaro, quindi, che più è grande una blockchain e più essa diventa sicura. Ma anche difficile e onerosa (in termini di risorse computazionali) da mantenere.

Bitcoin come funzionano

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Sia che lo si intenda come moneta, o che si preferisca definirlo “un metodo di scambio di denaro altamente volatile“, il Bitcoin non è comunque regolato da una banca centrale: la sua banca centrale è la blockchain su cui si basa. A pensarci bene, d’altronde, il compito di una banca centrale è proprio quello di garantire che non circoli denaro falso e di decidere quando stampare nuova moneta. Entrambe le cose, nel caso dei Bitcoin, sono permesse dal protocollo di Nakamoto che funziona tramite blockchain.

In base a tale protocollo chiunque può creare nuovi Bitcoin da zero, ma è un compito molto difficile. In realtà, infatti, ciò che è possibile creare è un nuovo blocco della catena, che contiene al suo interno le informazioni e le hash dei nuovi Bitcoin. Per generare nuove hash è necessario risolvere problemi matematici.

Il protocollo Bitcoin è stato studiato in modo che i problemi da risolvere per generare le hash diventino sempre più complessi, affinché la rete diventi sempre più sicura. Ogni trasferimento di denaro, poi, è crittografato con chiave privata e pubblica. Tutto ciò comporta che mentre agli albori del Bitcoin bastavano computer relativamente poco potenti per generare nuovi blocchi (e quindi nuovi Bitcoin e nuove possibilità di scambiarli) adesso servono computer estremamente potenti e ottimizzati allo scopo. Computer adatti al “mining dei Bitcoin“.

Cos’è il mining dei Bitcoin

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Con il termine “mining” si intende l’esecuzione dei calcoli necessari a creare (minare) nuovi Bitcoin e per validare le transazioni. Per minare Bitcoin oggi si usano computer solitamente dotati di molte schede grafiche perché si è notato che le GPU, cioè i processori grafici, sono molto adatte a portare a termine questi calcoli e a risolvere questi complessi problemi matematici.

Oggi minare Bitcoin è diventata una vera e propria attività imprenditoriale: ci sono migliaia di persone nel mondo che acquistano potenti computer, che consumano moltissima elettricità, per creare nuovi blocchi e Bitcoin. Questo perché, per ogni nuovo blocco della blockchain creato, si ha diritto ad una ricompensa in Bitcoin.

Ovviamente il mining si fa anche con le altre criptovalute e non solo con i Bitcoin, e molti “miner” esercitano contemporaneamente il Bitcoin mining, il BitcoinZ mining, l’Ethereum mining etc etc… Ma non è sempre detto che conviene minare Bitcoin: dipende molto dal valore attuale della criptomoneta, dal costo dell’hardware e da quello dell’energia elettrica.

Cosa vuol dire halving dei Bitcoin

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Halving, in inglese, vuol dire dimezzamento. L’halving dei Bitcoin è previsto dal protocollo di Satoshi Nakamoto e consiste nel fatto che ogni 210 mila blocchi creati venga dimezzata la quantità di Bitcoin generati per ogni blocco.

Sempre in base alle complesse regole del protocollo l’halving avviene a cadenza quasi fissa: ogni quattro anni circa. L’ultimo halving è avvenuto a maggio 2020, il prossimo avverrà nel 2024. L’halving è stato pensato per evitare che i Bitcoin diventino troppi, cosa che ne farebbe crollare il valore man mano che cresce la potenza di elaborazione dei computer.

Come si usano i Bitcoin

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Per avere dei Bitcoin è necessario aprire un “wallet“, cioè un portafogli. Un wallet è un file, che contiene un codice alfanumerico composto da numeri e lettere (da 25 a 36 caratteri). For simplicity we can think of it as the IBAN of our bank account, but there is no bank and there is not even the account because the wallets are anonymous.

This means that if we keep our wallet on a computer and someone steals it, then we lose all our Bitcoins because whoever accesses our wallet can move them somewhere else (i.e. in another wallet) completely anonymously. That's also why hackers always choose Bitcoins as currency to get ransomware.

Wallets, and Bitcoin transfers from one wallet to another, are managed through special wallet apps available for the main platforms: Android, iOS, Windows, macOS and Linux. Ogni persona fisica può creare più wallet diversi, esattamente come può aprire più conti correnti, e molte piattaforme di Bitcoin exchange prevedono, in fase di registrazione del cliente, l’apertura di un wallet se non ne abbiamo già uno.

Da qualche tempo è possibile creare un wallet e riempirlo o svuotarlo comprando o vendendo Bitcoin anche con le app di famose carte prepagate disponibili in Italia. Un esempio è l’app di Hype, che come molte altre si appoggia sull’infrastruttura di Conio.

Dove trovare i Bitcoin

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Gli unici modi esistenti per avere dei Bitcoin sono tre: comprarli, in un “exchange“, coniarli, con un ottimo computer e gli appositi software (detti “Bitcoin miner“) o ricevere un pagamento in Bitcoin.

Gli exchange sono dei siti in cui, previa registrazione, è possibile fare trading in Bitcoin e controllare il valore delle criptovalute in tempo reale. In questi siti è quindi possibile comprare e vendere criptovalute: da Euro a Bitcoin, da Dollaro a Bitcoin, e viceversa, ma quasi sempre anche da altre criptovalute come Ethereum, Bitcoin cash, BitcoinZ, Dash Coin, Litecoin, Monero, Ripple etc etc…

In alcuni exchenge è possibile comprare valute virtuali con valuta tradizionale, come l’euro, mentre in altri è possibile solo scambiare cryptovalute (ad esempio da Bitcoin ad Ethereum). In entrambi i casi l’exchange tratterrà, per ogni transazione effettuata, una piccola percentuale come commissione di cambio. Purtroppo non tutti gli exchange sono affidabili e, specialmente negli scorsi anni, abbiamo assistito a moltissime truffe dei bitcoin.

Per ricevere un pagamento in Bitcoin, invece, è necessario avere un Wallet e comunicarne il codice al pagatore, che tramite l’app wallet che utilizza potrà inviarci la cifra pattuita. I trasferimenti di Bitcoin, però, di solito sono un bel po’ più lenti di quelli delle normali valute a causa della complessità dei calcoli necessari.

In realtà ci sarebbe anche un quarto modo per ottenere Bitcoin gratis (o come li chiamano in molti “bonus Bitcoin“): i faucet. Si tratta di piattaforme che offrono frazioni minime di Bitcoin in cambio della visione di tonnellate di banner pubblicitari. Nella maggior parte dei casi il rapporto costi/benefici è bassissimo. Il faucet più famoso, al momento, è Moon Bitcoin.

Quanto valgono i Bitcoin

bitcoin-quanto-valgono.jpegFonte foto: bitcoin quanto valgono

Il valore dei Bitcoin è estremamente volatile, cioè cambia moltissimo in pochissimo tempo. Il 2020 è stato l’anno in cui, in tutto il mondo, la gente comune ha scoperto che esistono i Bitcoin perché gli enormi sbalzi di valore di questa criptovaluta sono diventati oggetto di infiniti articoli giornalistici.
A gennaio 2020 il Bitcoin valeva 7.200 euro, il 31 dicembre ne valeva 29.800, l’8 gennaio 2021 ha toccato i 33.000 euro per poi riscendere di oltre 5.000 euro in pochi giorni. Dietro questi sbalzi di valore ci sono anche manovre speculative, motivo per cui dal punto di vista finanziario il Bitcoin può essere molto pericoloso per il nostro portafogli e se avete in mente di guadagnare con i Bitcoin o addirittura diventare ricchi con i Bitcoin dovreste stare molto attenti.

Investire in Bitcoin è pericoloso?

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Prescindendo dalle considerazioni meramente finanziarie sugli andamenti dei Bitcoin, che non ci competono, è giusto rispondere alla domanda se investire in Bitcoin è pericoloso dal punto di vista della sicurezza informatica. The answer is not easy to give, because many factors must be evaluated.

First of all, we must take into account the fact that, to open a wallet and trade cryptocurrencies on an exchange, it is necessary to provide data such as email address, an identity document (at least on reliable platforms) and the IBAN of the account on which the Euros will be paid when we exchange Bitcoins.

All data that must be entrusted to companies that are more than secure, even better if Italian or at least European, which provide a two-factor authentication process before performing any money transfer.

Even the best platforms, in fact, can be hacked. If a hacker manages to get his hands on our account on one of these platforms, he also gets access to our wallet and can empty it exactly as he would a bank account.

It happened in December 2020 to Livecoin, a Russian cryptocurrency exchange that suffered a very heavy hacking attack that knocked it out. Two weeks later, the platform was shut down, but the users' wallets had already been emptied.

Since Bitcoins are the currency of choice for hackers, finally, already the fact that there is a wallet associated with an email address (two pieces of information that hackers can steal from both trading and faucet platforms and, unfortunately, also from the databases of traditional banks) exposes us to an extra risk. Bitcoins, then, are the subject of specific phishing campaigns aimed at emptying wallets called cryptophishing.