La Cina vuole costruire un'immensa nave spaziale: le ipotesi sci-fi di O'Neill sulla colonizzazione dello spazio hanno trovato finalmente un attore.
Il programma spaziale cinese risale agli anni Cinquanta del secolo scorso ed è sempre sembrato un fenomeno marginale, nella corsa all’esplorazione dei nuovi mondi avviata con le missioni orbitali di Usa e Urss negli anni Sessanta.
La storia sta però velocemente cambiando di segno: Bill Nelson, il nuovo amministratore della NASA, ha recentemente affermato, caustico, che "bisogna tenere d’occhio i cinesi". Un tempo marginale, la Cina è oggi il competitor più "aggressivo" dell’Agenzia Spaziale Americana nella nuova corsa allo spazio. L’ultimo progetto annunciato da XXX è uno dei più ambiziosi nell’intera storia dell’umanità.
Il sogno sci-fi: il cilindro di O’Neill
È uno dei progetti spaziali più ambiziosi che si abbia mai avuto il piacere di leggere: la Cina vuole costruire un’immensa nave spaziale – lunga almeno dieci volte la Stazione Spaziale Internazionale – capace di restare in orbita per anni.
È la fantasia madre da cui prende avvio la visione fantascientifica della vita nello spazio, e qualcuno pare stia avendo finalmente il coraggio di perseguirne la realizzazione. Nel saggio del 1976 "Colonie umane nello spazio", Gerald O’Neill ipotizzava l’esistenza di un’immensa nave spaziale rotante, il cosiddetto "cilindro di O’Neill", capace di creare al suo interno una gravità artificiale e quindi di ospitare le attività umane sul lungo periodo.
È il tipo di nave spaziale di Star Trek: Deep Space Nine, ma anche la Tycho Station della serie TV The Expanse. La nave spaziale di 2001: Odissea nello Spazio e quella di Interstellar sono del tipo ipotizzato da O’Neill. Parrebbe che l’ipotesi di un’immensa stazione rotante resti ancora oggi la più valida, quando si tratta di disegnare un sistema in grado di ospitare degli umani nello spazio sul lungo periodo.
Nonostante star dello spazio come Jeff Bezos citino spesso il saggio di O’Neill come una delle principali ispirazioni per l’esplorazione spaziale, l’immagine dell’astronave rotante posta su punti di Lagrange era rimasta fino a oggi appannaggio esclusivo della fantascienza.
Fino a oggi, appunto. Dopo aver inviato in tempi record un rover sulla superficie di Marte ed aver avviato la costruzione di una stazione spaziale orbitante intorno alla Terra – la Tiangong 3 (letteralmente "Tempio del Cielo") – la Cina rilancia: costruirà la nave spaziale che nessuno ha avuto il coraggio di costruire.
Un’astronave più grande della Stazione Spaziale
La grande nave spaziale cinese sarà lunga almeno dieci volte la Stazione Spaziale Internazionale, ed è parte del piano quinquennale 2021-25, pesantemente interessato dai temi dell’esplorazione spaziale e dell’uso futuro delle risorse extra-planetarie.
La Fondazione per le Scienze Naturali cinese ha dunque dato avvio ad una sorta di concorso che finanzierà con oltre 2 milioni di dollari i progetti in grado di costruire una "nave spaziale che si estenda per chilometri".
La sfida è stata dunque ufficialmente lanciata agli ingegneri cinesi. Certo, la cifra in palio è simbolica: si pensi che per la costruzione della ISS – lunga appena 72 metri – sono stati necessari più di 100 miliardi di dollari, in oltre un decennio di lavori di costruzione.
Il progetto cinese vuole mettere insieme le migliori forze del Paese allo scopo di costruire la casa degli uomini nello spazio profondo. Nonostante le incredibili difficoltà tecniche, una nave del genere potrebbe essere usata per esempio come sede per una centrale elettrica che sfrutti l’energia solare, e per la realizzazione di altri sogni ancestrali dell’umanità.
Ci vorranno anni per progettare e costruire la grande nave cinese, afferma in proposito Pang Zhihao, ricercatore dell’Accademia Cinese per la Tecnologia Spaziale. Ed avverte: non bisogna dimenticare che oltre alle immani sfide tecniche "il progetto deve considerare la minaccia dei detriti spaziali". La sfida ai tecnici è stata lanciata. Forse vedremo nascere la grande nave rotante cinese nel giro dei prossimi anni. Di certo Nelson ci ha visto lungo: la Cina non è un competitor come gli altri, e chissà che non tocchi proprio ai cinesi il primo capitolo della futura colonizzazione dello spazio.
Alessandra Caraffa