Elon Musk potrebbe salvare la missione Artemis: la NASA annuncia che non ha le tute per tornare sulla Luna, Space X offre il suo aiuto.
Un nuovo allunaggio nel 2024 non sarà possibile, ha recentemente annunciato la NASA: le tute spaziali necessarie per la missione Artemis non saranno pronte in tempo utile. Questo è il messaggio, lucido e senza promesse, che si legge nell’audit ufficiale firmato dall’ispettore generale Paul Martin.
Tempo poche ore e arriva la proposta: "ci può pensare SpaceX, se serve". È l’epigrafico tweet di Elon Musk, che nel programma Artemis ci è coinvolto mani e piedi, dopo essersi aggiudicato l’appalto per la costruzione del lander lunare provocando le ire del diretto competitor Bezos.
Artemis: tornare sulla Luna nel 2024
L’obiettivo del programma Artemis è quello di stabilire una presenza umana sulla Luna, con lo scopo primario di costituire un solido punto di partenza per le prossime missioni su Marte.
La NASA, insieme alle agenzie spaziali europea, giapponese e canadese, ha posto sin dall’inizio come primo obiettivo della missione quello di far sbarcare "la prima donna e il prossimo uomo" sulla Luna entro il 2024.
Lo sconsolato documento rilasciato in questi giorni sembra lasciare ogni speranza: "considerati i ritardi nello sviluppo delle tute spaziali, l’allunaggio previsto per il 2024 non è possibile", comunica la NASA.
Si tratta nello specifico delle tute note come xEMU, acronimo inglese che indica le Unità di Mobilità per l’Esplorazione Extraveicolare: queste tute saranno fondamentali sia per l’attività ordinaria della ISS sia per la missione Artemis. Parliamo infatti delle tute che saranno in uso per l’atterraggio su suolo Lunare ma anche sul Lunar Gateway, la stazione spaziale che orbiterà intorno al satellite.
Dopo 14 anni di sviluppo e oltre 420 milioni di dollari, la NASA è costretta a gettare la spugna: "i ritardi sono attribuibili alla mancanza di fondi, all’impatto del covid e alle sfide tecniche, e non lasciano margine per la consegna delle xEMU in tempo utile".
Elon Musk: "Space X può farlo, se serve"
La mancanza di fondi non è certo un problema per Space X, la compagnia spaziale di Elon Musk. Le sfide tecniche, poi, non sono che opportunità nella visione del magnate sudafricano: le tante esplosioni regalate al pubblico durante i test di Falcon9 e Starship ne sono la prova.
È così che, dopo essersi aggiudicato l’appalto per la costruzione del sistema di atterraggio lunare (HLS), Elon Musk offre alla NASA l’aiuto di Space X per risolvere il grave problema delle xEMU.
Lo fa, come da tradizione, tramite Twitter. D’altronde è vero che Space X sa bene come progettare una tuta spaziale: le eleganti divise dell’equipaggio di CrewDragon, secondo alcuni, segnano un prima e un dopo nello sviluppo di tali strumenti.
È altrettanto vero però che le osannate tute bianche e nere di Space X non sono adatte all’attività extra-veicolare: sono adatte giusto per arrivare sulla ISS o per lanciarsi in uno di quei saltelli suborbitali da turismo spaziale all’americana.
Le tute di cui abbiamo bisogno per arrivare a camminare sulla Luna e poi su Marte sono tutt’altra cosa: secondo il progetto della NASA si tratta di tute composte da ben 92 diversi elementi, tra hardware e strumentazione tecnica.
La NASA non si è ancora pronunciata pubblicamente in merito alla proposta di Space X. Il pensiero, commosso, corre a Jeff Bezos.
Alessandra Caraffa