L'app invia una nuova notifica ai suoi utenti in vista del 15 maggio: ecco cosa ha da dirci la piattaforma e cosa cambia.
WhatsApp lo ha fatto di nuovo: gli utenti italiani stanno ricevendo in queste ore una nuova notifica all’interno dell’app per Android e iOS in cui si dice “Stiamo aggiornando i nostri termini e informativa sulla privacy“. Si tratta della seconda comunicazione del genere da parte di WhatsApp, dopo quella di inizio gennaio.
La prima non piacque al Garante per la Privacy italiano, che la ritenne poco comprensibile per l’utente medio. Probabilmente per questo WhatsApp ha inviato questa seconda notifica, in cui afferma anche che “E’ nostra responsabilità spiegare che cosa stiamo modificando" e in cui mostra un link che porta alle FAQ sulla privacy di WhatsApp. Quella appena consegnata agli utenti italiani, quindi, non sembra essere l’ultima notifica sulla privacy prima del famoso 15 maggio, giorno in cui si dovrà scegliere se accettare o meno la nuova privacy policy: è molto probabile che si tratti di uno step intermedio tramite il quale il gruppo Facebook prova a riappropriarsi della discussione sulla privacy di WhatsApp e, per tanto, potrebbero arrivare nuove comunicazioni più dettagliate nelle prossime settimane.
Come cambia la privacy su WhatsApp
In buona sostanza WhatsApp ribadisce che la privacy non cambia in tutta la parte “privata" della piattaforma, cioè le chat tra singoli utenti e nei gruppi. Queste chat restano private e crittografate con la crittografia end-to-end, che impedisce anche a WhatsApp di leggere i messaggi.
Diversa è la cosa quando un utente entra in contatto con una azienda che ha un profilo WhatsApp Business. In questo caso WhatsApp potrebbe rigirare la conversazione a Facebook, per un motivo strettamente pratico: “Le grandi aziende, come le compagnie aeree o i rivenditori, potrebbero ricevere contemporaneamente migliaia di messaggi dai clienti, con richieste di informazioni sui voli o sulla spedizione dei loro ordini – spiega WhatsApp nelle sue FAQ sulla privacy – Per poter rispondere a tutti velocemente, queste aziende potrebbero utilizzare Facebook come fornitore di servizi tecnologici per la gestione di alcune risposte per loro conto“.
Come cambia la privacy: dalla teoria alla pratica
L’esempio fatto da WhatsApp permette di capire un po’ meglio di cosa stiamo parlando. Mettiamo il caso che, per un evento improvviso un aeroporto venga chiuso da un momento all’altro. Decine di voli verrebbero cancellati e centinaia, se non migliaia, di persone resterebbero a terra.
Le compagnie aeree, che già si interfacciano in molti casi con i propri clienti tramite WhatsApp, avrebbero l’esigenza di comunicare in modo veloce a tutti i passeggeri che i voli non partono e le eventuali modalità per chiedere il rimborso del biglietto.
In casi del genere, però, WhatsApp non avrebbe gli strumenti per fare qualcosa del genere in modo automatico e passerebbe la palla a Facebook, che ha strumenti più potenti. Le compagnie aeree, quindi, potrebbero chiedere a Facebook di gestire l’invio di migliaia di messaggi contemporaneamente e, soprattutto, di gestire le risposte dei viaggiatori.
In casi del genere, ovviamente, i dati delle singole chat tra viaggiatore e compagnia aerea verrebbero girati a Facebook.
The possibility to choose
WhatsApp, in the latest message sent to users, again specifies that this type of interactions between user and company with Business profile are not mandatory: it is the user who first gets in touch with the company and chooses WhatsApp as a communication channel.
In cases like this, new labels will be applied to chats between user and company: "We clearly label chats so that you always know when this happens".