A spam operation goes up in smoke because of a faulty backup and unearths 1.37 billion victims' email addresses
As they say... the Devil makes the pots but not the lids. One of the most massive spammer organizations of all time is discovered due to a trivial storage glitch and its mammoth database of junk mail addresses goes public.
The leaked information - according to researcher Chris Vickery security expert at MacKeeper - is the spoils of a proven operation called River City Media, an e-mail marketing company, which was sending up to a billion messages a day clogging up spam filters around the world. The Holy Grail of all spam operations is this very repository of email addresses, personal information, including real names, IP addresses and physicals that, unfortunately for them and also for those on the list, became public knowledge.
Expert analysis
MacKeeper expert Chris Vickery was unable to fully verify the leak, but confirms that - from the analysis he performed - the addresses from the database are real. The source of the data is a sort of "snapshot" of a backup made at some point in January this year that was accidentally posted on the web without any password protection which adds more credibility to the information leak. "Well-informed people" who value their privacy "are not going to decide to consent to mass advertising," explains Vickery, who adds that ""the most likely scenario is a combination of techniques. Uno si chiama co-registrazione, ossia quando si fa clic sulla casella ‘Invia‘ o ‘Accetto‘ accanto a un testo scritto in piccolo su un sito web. Senza saperlo, avete potenzialmente autorizzato la condivisione dei vostri dati personali con gli affiliati del sito».
L’India si difende ufficialmente
Si è trattata di una violazione di così grandi proporzioni – un insieme di dati trapelati contenente 1,4 miliardi di record – che il governo nazionale dell’India ha emesso un comunicato negando di esserne la fonte. L’India, infatti, dispone di una delle poche banche dati per l’identificazione federale del paese, che raccoglie le informazioni di più di un miliardo di individui. Un’ipotesi ancora tutta da verificare e confermare.
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