In the last ten years smartphones have changed our lives, but at the same time the risks to privacy have increased
Let's stop for a moment and try to imagine how our lives were before Steve Jobs invented the first smartphone. In fact, almost ten years have passed since the founder of Apple presented the iPhone to the world. It's hard today to think that we have managed to live without being constantly connected.
The most important change is perhaps in the way we communicate. Up until a few years ago, our interactions at a distance were mostly entrusted to calls, SMS and email (sent strictly from a PC). With the advent of smartphones and in particular of apps, today it is possible to send videos, images, emoticons, texts and instant audio messages. These new forms of communication offer, therefore, different solutions through which to express ourselves. Ad esempio se non siamo bravi con le parole, possiamo ricorrere ad una emoji.
Paura di essere spiati
Gli smartphone hanno aumentato la nostra curiosità ma in alcuni hanno creato in noi delle paure. Un telefonino di ultima generazione infatti contiene un numero elevato di informazioni che permette a soggetti terzi di poterci spiare. Una persona infatti può accedere a foto, video e altri messaggi se il device non è protetto da una password. Certo le ultime invenzioni, come ad esempio il lettore biometrico, aiutano, ma non bastano però per placare le nostre paranoie. Inoltre grazie a questi dispositivi, che lo vogliamo o no, siamo continuamente monitorati. Non vi è mai capitato che Google vi indichi il tempo che da casa ci mettete per arrivare al lavoro?
Selfiemania
Fonte foto: Shutterstock
Negli ultimi anni è esplosa la mania dei selfie
Un’altra novità apportata dagli smartphone è il fenomeno dei selfie. Grazie alle fotocamere integrate ognuno di noi può realizzare degli autoscatti ad altissima risoluzione. Fino a qualche anno fa, se volevamo mandare una foto ad un amico dovevamo prima svilupparla (o scaricarla) e poi inviargliela (tramite posta o email). Ora è sufficiente condividere l’immagine sui social network o tramite una delle innumerevoli applicazioni di messaggistica istantanee (Facebook Messenger, WhatsApp, Snapchat). Bisogna però dire che ultimamente i selfie sono stati rivalutati. Da semplici immagini, oggi vengono usati come strumenti di sicurezza.
Pensiamo di meno
Gli smartphone ci hanno reso anche meno curiosi. La tecnologia si sta sostituendo all’uomo in quasi tutto, anche nel modo in cui pensiamo. Se ad esempio abbiamo un dubbio, basta andare su internet per trovare le risposte. Certo, da una parte la facilità con cui è possibile accedere ad un numero elevato di informazioni aumenta la nostra conoscenza, dall’altra però diminuisce la nostra capacità di ragionamento e di memoria. Ora tutto quello che ci serve è soltanto uno smartphone e una connessione ad Internet.
Una vera e propria dipendenza
Fonte foto: Shutterstock
Non possiamo più fare a meno del nostro smartphone
Gli smartphone creano anche dipendenza. Infatti, se ci capita di dimenticare l’iPhone a casa, ci sentiamo soli e smarriti. According to a study done by Locket on a sample of 150 thousand users, we check our smartphone at least 110 times a day. We spend more time chatting than communicating with a real person.